lunedì 7 giugno 2010

Crollo dalle fondamenta e ricostruzione

Un tempo, scrivevo per esigenze di catarsi. E lo scrivere funzionava. Trovavo sempre il tempo per farlo e desideravo farlo.

Al momento non ho tempo, non ne trovo, non ho voglia di scrivere ciò che mi accade. Perchè, poi, sarà sempre qui, da leggere e ricordare. Come se non potessi più scrollarmi di dosso certe sensazioni e come se, scrivendole, diventassero eterne e concrete, materiali, come di legno o di vetro, ad esempio.

Un certo tipo di professione si è rivelata, per me, come la kryptonite per Superman.
In inglese si direbbe "simple as it is": non mi piace. Non ci sono motivazioni nascoste, psicoragioni che devo scoprire. Non-mi-piace; questo l'ho scoperto col tempo, ma ora lo so per certo. Ma non solo, e qui entrano in gioco gli psicodrammi.
Non solo non-mi-piace, e lo so benissimo anche senza darmi il tempo di crescere, provare, imparare; non solo, ma anche: mi crea delle reazioni emotive negativissime, come ansia perenne e panico, infelicità, costante sguardo al domani e alle attività sgradite che dovrò fare per molto, molto tempo, con conseguente mancato godimento dell'oggi e digressione nel futuro malato del mondo del lavoro, nel progressivo aumento della mia età inversamente proporzionale all'entusiasmo dei datori di lavoro che mi assumerebbero senza esperienza, and so on.

Un conto è voler sfidare se stessi e i propri limiti. Un conto è torturarsi ogni giorno, per dimostrare a se stessi che si è stati capaci di sfidare i propri limiti.
Non so dove sia il confine e non so a che punto di questo continuum io mi trovi al momento.

So per certo che torturarmi in questo modo mi ha inaridita, spenta, mi ha fatto mettere in dubbio me stessa, le mie conquiste, i miei meriti, le mie capacità, le mie certezze - persino quella, basilare, di essere una brava e valida persona: perchè una brava e valida persona svolge seriamente il proprio lavoro, qualsiasi esso sia e a qualsiasi livello di gradimento appartenga; una brava e valida persona ha senso del dovere e forza per non piangersi addosso, dunque supera brillantemente anche i momenti peggiori.

Fare ogni giorno qualcosa che non solo non-ti-piace, ma che odi, è quanto di più dannoso una persona possa fare contro se stessa.

Nessuno dovrebbe punirsi in questo modo.