giovedì 23 ottobre 2008

ma...

oggi sono dell'umore che non vedo l'ora che finisca.
vorrei essere trattata come una persona con poca esperienza, non come una con poco cervello.
ho anche scoperto che, per alcuni, le due cose coincidono.
mi sono stancata del fatto che il mio non rispondere quando mi si tratta male sia scambiato per mancanza di palle.
e prima o poi risponderò, purtroppo: mi conosco. e non sarà bello (è una di quelle occasioni in cui vorrei tagliarmi la lingua).
mi sono anche stancata che le persone si prendano libertà che a me non sembra di dare loro, anche se si tratta solo di reiterare una battuta - alla quale, ovviamente, non ho risposto.
il pensiero che mi rinfranca è quello per cui mi siedo, in silenzio, e pazientemente aspetto sulla riva del fiume.
aspetto...

martedì 21 ottobre 2008

complessi

ho giusto scoperto di avere un vaghissimo complesso d'inferiorità rispetto alla mia collega stagista. lei non fuma, se non sono io a chiederglielo non fa neanche la pausa - prende il caffè-macchinetta e lo beve mentre rassegna una rivista, appena suona un telefono, e io sono solo riuscita a voltarmi per capire da che parte, lei è già attaccata alla cornetta con blocco e penna in mano. insomma, il non plus ultra dell'efficienza in una ragazza anche alla mano e simpatica.
stamattina lei non c'è e io mi sento la regina dell'ufficio.
ho un modo di lavorare diverso: sono meno scattante ma credo, in alcune cose, di essere più accurata.
secondo me siamo un'ottima squadra, ma mi sono accorta che quando non c'è io lavoro con più tranquillità, o con meno ansia. mi sento più polleggiata e più sicura.
boh.

giovedì 16 ottobre 2008

il buongiorno si *sente* dal mattino

questa mattina, allegra come una fresca scolaretta, sorridente come una fotografia, mi siedo sull'autobus e inizio a leggere il mio libro, pensando che amo i libri di psicologia perchè mi mettono di buonumore.
senonchè, verso metà di via mazzini, un puzzo di sporco stantio inizia a mozzarmi il fiato. puzzo di barbone, fetore assassino, per intenderci, fortissimo, a tal punto che ogni respiro è per me un conato di vomito. inizia bene, la giornata!
mi volto verso il mio vicino di posto, disperata perchè l'alternativa è non respirare; è vero che ha il capello lunghetto e scompigliato, ma ha anche un ipod nelle orecchie, le mani pulite, vestiti normali e puliti anche loro. il puzzo insopportabile continua, però, mi entra nelle narici, e non mi fermo tanto a riflettere perchè devo concentrarmi sul non vomitare.
a un certo punto, siamo in via san vitale, il puzzo inizia a calare e poi smette... grazieeee! però il mio vicino è ancora lì... potrete immaginare come mi sia sentita una merda nell'aver pensato che fosse lui ad emanare quel fetore.
ma il viaggio non era mica finito...
al puzzo di sostituisce, qualche fermata dopo, il non-plus-ultra del tamarro.
lui più lei più lei, ovvero
ragazzo con taglio di capelli assurdo tutto ingellato occhiali a mascherina che gli coprono anche il mento, camicia, pantalone basso sul sedere, abbigliamento tutto sommato finto chic,
più
fidanzata di lui, ragazza con la gomma in bocca che mastica finemente, coda di cavallo, bustino aderente sopra al lupetto nero, pantaloni a vita bassissima con mezzo culo di fuori, altezza da stangona e addominale bello tonico,
più
amica di lei, bassina e grossettina, che ne sembra la riserva e sicuramente le fa da scudiero.
a ciò si aggiunge che qualche sedile più avanti c'era un gruppo di ragazzine liceali che parlava dell'occupazione.
"cccccioè io mica sto facendo fuga amore, c'è occupazione!" "senti, guarda che ti facco diventare bella!" "cccccioè ma cosa credi... scendo in piazza otto agosto".
la squadra dei tamarri, come colui che vede la pagliuzza nell'occhio altrui ma non la trave nel proprio, commentava, osservando i dialoghi delle ragazzine: "ci sarà speranza per loro? saranno irrecuperabili?"

rimpiango il motorino.

mercoledì 15 ottobre 2008

lì, sempre lì, lì nel mezzo

una vita da mediano, da chi segna sempre poco, che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco.
ho passato tutta la vita nella selva dei mediocri. forse tra i mediocri eccellevo, è vero.
ma io vorrei eccellere tra gli eccellenti.
ambizione.

lunedì 13 ottobre 2008

le parole sono finestre o muri? dipende da come le usi.

almeno so che nessuno mi deruberà mentre uso il bancomat: nel mio conto ci saranno sì e no sei euro e ventiquattro centesimi.

secondariamente, consiglio a tutti il seguente libro: "Le parole sono finestre (oppure muri)" di Marshall B. Rosenberg. già dai primi capitoli infonde molta fiducia in se stessi e voglia di rivedere le proprie prospettive.
aiuta soprattutto quando si sta andando in ufficio a stressarsi.
ad ogni modo, per invogliarvi...
la comunicazione violenta, cioè priva di empatia, deriva da alcuni fattori:
- dal giudizio moralistico, che tutti siamo portati ad esprimere su qualsiasi cosa e su chiunque, per come è fatto l'essere umano;
- dal fare continuamente paragoni;
- dal confondere osservazione e valutazione (spesso sosteniamo di aver descritto un fatto accaduto, ma in realtà ne stiamo dando una personale valutazione; e per molti non è facile capire che lo stanno facendo);
- dal negare le proprie responsabilità, ad esempio con frasi come "mi fai sentire male!" (tua responsabilità emotiva) o "sto facendo questa cosa perchè devo" (anzichè: "scelgo di fare ciò perchè non voglio perdere il posto di lavoro");
- dall'avanzare pretese al posto di richieste.

Come si giunge a una comunicazione empatica che implichi uno scambio profondo con l'altro?
Rosenberg consiglia un processo in quattro fasi:
1. osservare i fatti e descriverli
2. dire apertamente quali sono i nostri sentimenti riguardo ai fatti in esame
3. capire quali bisogni sono legati a quei sentimenti
4. formulare richieste precise relative a tali bisogni.

ad esempio, non "mi fai sentire male quando non vuoi mai stare insieme a me ma preferisci i tuoi amici", ma "quando mi telefoni e dici che preferisci uscire con gli amici piuttosto che con me, io mi sento triste e abbandonata, mentre avrei bisogno di sentirti più presente e più entusiasta; potresti dimostrarmi più spesso i tuoi sentimenti?".

ma quanto è costruttivo tutto ciò??

venerdì 10 ottobre 2008

la patente non è un diritto 2

specifico: non ero stata appena strombazzata dallo stronzo di turno al semaforo nè all'incrocio; il mio era un discorso generale, suscitato dalla lettura della notizia sull'incidente di Bologna.
poi non posso negare che per me l'argomento sia caldo...
c'è chi non si rende conto che l'auto è un mezzo di trasporto ma può anche trasformarsi in un'arma letale. dipende sempre tutto dalle modalità di utilizzo.

per professione rassegno periodici sul settore automotive e quindi oggi mi è caduto l'occhio sul nuovo numero di "Al Volante", in cui c'è una notizia sull'Asaps (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) che chiede esami più severi per vista, udito e riflessi di chi deve rinnovare la patente in età avanzata.
questo è un altro argomento caldissimo!

giovedì 9 ottobre 2008

la patente non è un diritto.

leggevo sul Carlino Bologna un articolo sulle condizioni delle persone coinvolte in un incidente stradale lunedì scorso. ecco cosa è successo:

Gravissimo incidente stradale questa mattina verso le 10 all'incrocio di Piazza dell'Unita. Una moto di grossa cilindrata si e' scontrata con un taxi poi ha investito tre pedoni in attesa di attraversare sulle strisce pedonali. Il bilancio è gravissimo: una donna di 63 anni è morta sul colpo mentre altre due persone sono rimaste ferite, una in modo grave.
In base a una prima ricostruzione, una Aprilia 'Tuono' 1000 arrivata da via Giuseppe Mazza e' finita a forte velocita' contro un taxi Volvo V70, proveniente da via Corticella e diretto verso la piazza. Nell'impatto la moto e' praticamente decollata e, dopo avere abbattuto un palo semaforico, ha travolto tre persone che erano in attesa di attraversare la strada in via Franco Bolognese.


tralasciando per un attimo che il suddetto articolo, pieno di refusi ed errori di ortografia, era pubblicato nella versione online di una testata nazionale (ma dove andremo a finire?)...
a prescindere dalle colpe attribuibili in questa specifica circostanza...
la patente non è un diritto!
impennare appena scatta il verde non è un diritto!
superare i limiti di velocità non è un diritto!
che gli autovelox siano segnalati, dal momento che chiunque è tenuto a rispettare i limiti, non dovrebbe essere un diritto!
è un diritto invece andare piano se uno non si sente sicuro, se è stanco, se non sta bene (e tu che suoni il clacson, stronzo, lo sai perchè quello va piano? hai comunque il tuo diritto al sorpasso, ma almeno il frontale te lo fai da solo);
è un diritto guardare due-tre-quattro volte all'incrocio, se la prima non mi convince, senza essere presa a clacson e male parole (sempre tu che suoni: io ho fatto spendere alla mia famiglia quasi 10mila euro per una distrazione. tu che suoni, che ne sai delle mie motivazioni?);
la strada è di tutti; si deve adattare chi, col proprio comportamento, mette in pericolo gli altri, non chi segue le regole.
ficcatelo in testa!

infatti, se tu rispettassi la distanza di sicurezza, il vecchietto che va piano e frena all'improvviso non sarebbe un problema. l'idea che "chi va così piano è più pericoloso di chi va forte" è uno stupido alibi.
le regole esistono per un motivo e non è compito del cittadino discutere se siano giuste o meno! tantopiù che non parliamo di diritto privato, ma di codice della strada.
posso essere d'accordo o meno che "in quel tratto fare i 50 è ridicolo", ma dal momento che il cartello c'è, che ne discuti a fare?
taci e impara a rispettare le regole, anche quando non ti piacciono.

martedì 7 ottobre 2008

dove andremo mai a finire?

Leeds, processo a cuoco gay autore di un macabro omicidio: dopo avere ucciso l'amante ha cercato di cucinarlo

L'evoluzione dell'uomo? Finita: i maschi fanno figli quando sono troppo giovani e così ci sono poche «mutazioni» nel Dna

Si ferma a urinare vicino ad un bar: il proprietario gli spara e lo uccide

Ilary Blasi: «Così ho cambiato Totti». La conduttrice delle Iene: «Era un uomo del secolo scorso, ci ho lavorato sopra». «Non ho mai dubitato di lui»


questi titoli del corriere.it mi ispirano una domanda, la famosa domanda che nasce spontanea:
dove andremo mai a finire?