martedì 30 marzo 2010

elezioni regionali: catastrofe

Sono un'elettrice di centro-destra. Non amo la politica al punto di esserne esperta.
I risultati delle elezioni regionali, però, parlano da sè.

La gente si è stancata di Silvio. Molta gente si è stancata di Silvio. Ma che la Lega spopoli, non è una vittoria per nessuno.

D'altro canto, con tutta questa gente che pur si è stancata di Silvio, il centro-sinistra non è in grado - ormai da anni - di offrire una valida alternativa, al punto che non vince neanche nel clima della più totale esasperazione ma, anzi, perde terreno.

Inspiegabile è, poi, il fatto che prima di queste elezioni la maggior parte dei governi delle regioni fossero rossi, mentre alle politiche vinse Berlusconi con un'ecatombe dell'opposizione.

venerdì 26 marzo 2010

Boh

Io dovrei circondarmi di gente normale e invece sono circondata da gente ricca.
Io non sono ricca, ma normale, e nella vita come ogni persona normale ho dovuto fare delle scelte e rinunciare a tante cose. Questo i ricchi non devono farlo, possono permettersi tante scelte diverse.
Io dovrei cambiare aria per non sentirmi costantemente una merda che ha sbagliato tutto.
Non sono la prima persona che si sente soffocare a Bologna.

giovedì 25 marzo 2010

Loooser

Ecco svelato il segreto.

Ho sempre avuto l'atteggiamento di una sfigata perdente e sarò sempre una sfigata perdente, con le sue profezie che si autoavverano.

Sono una perdente che si commisera, che non vede la luce ma solo il buio, sono preoccupata e mi butto infinitamente giù come una perdente. E questo atteggiamento da perdente, che è quello che poi sono, mi porterà solo sempre più giù.

Sono una sfigata senza molte possibilità economiche (quindi non ho fatto l'Erasmus o esperienze all'estero e non posso permettermi di trasferirmi anche settimana corta a Milano o Roma), senza contatti ai piani alti che mi aiutino nella mia ricerca (quindi sono frustrata), senza genitori ricchi che conoscono questo e quell'altro (quindi sono sola nella mia battaglia).

Sono troppo vecchia per essere inserita in un'azienda come prima esperienza nel settore, essendomi laureata troppo tardi perchè sono una gran perdente.

Professionalmente ho un profilo che rientra nella più totale mediocrità, delle competenze che molti giudicano completamente inutili (e del resto mi mancano le competenze più richieste nel mondo del lavoro. Potrei fare dei corsi, sì, ma costano troppo e non posso permettermeli) e non vedo per quale motivo dovrei emergere rispetto ad altri che si sono laureati prima, hanno fatto l'Erasmus, hanno fatto la tesi all'estero, hanno fatto stage su stage, hanno amici imprenditori che li prendono a lavorare.

Il mondo del lavoro non mi vuole e io saprò che la mia famiglia ha speso soldi e fatto sacrifici perchè io finisca a fare un lavoro che, con tutto il rispetto possibile, può fare anche una persona che non ha una laurea e un master da diecimila euro.

Più passa il tempo e più l'angoscia mi porta giù, quotidianamente, continuamente, perchè poi avrò 28 anni e poi 29 e poi 30 e i venticinquenni neolaureati avranno le chance che io non ho avuto, perchè - cogliona - invece di sbrigarmi ho pensato di godermi il periodo dell'università e mi sono permessa di andare in crisi.

Le tempistiche, nella mia vita, fanno cagare.

giovedì 18 marzo 2010

Invidia.

Capisco tante cose, adesso. Meglio tardi che mai.
Un altro bel tassello che messo a posto nella costruzione del desolante ritratto di ciò che sono.
Io che mi credevo speciale, intelligente, brillante e diversa dagli altri.
Ecco perchè sono un animale da solitudine, io: mi è sgradevole il confronto.
Non parlo del confronto verbale. Parlo del confronto tra ciò che ho concluso nella vita io, rispetto ad altri, o tra ciò che ho avuto io, rispetto ad altri.
 
Mi avvalgo di Wikipedia per spiegarmi meglio.
L'invidia è un sentimento nei confronti di un'altra persona o gruppo di persone che possiedono qualcosa (concretamente o metaforicamente) che l'invidioso non possiede (o che gli manca).
E fin qui tutto lineare.
Essa si caratterizza come desiderio ambivalente: di possedere ciò che gli altri possiedono, oppure che gli altri perdano quello che possiedono. L'enfasi è, quindi, sul confronto della propria situazione con quella delle persone invidiate, e non sul valore intrinseco dell'oggetto posseduto da tali persone.
Quando mi prende un attacco di invidia, non desidero mai che altri perdano ciò che hanno, nè sento il bisogno di sminuirli o disprezzarli. Il desiderio è quello di possedere anch'io qualcosa. Che cosa e perchè? Lo spiega il resto della pagina wiki.
Si può considerare l'invidia come il peccato "opposto" alla superbia: mentre la superbia consiste in un'eccessiva considerazione di sé, l'invidia è caratterizzata da una bassa autostima e da una esagerata valutazione degli ostacoli e delle difficoltà. Spesso, infatti, il soggetto invidioso possiede delle buone qualità che possono anche essere riconosciute, ma non le considera sufficienti e si ritiene un incapace.
L'invidia può avere radici molto profonde nella personalità di un soggetto. Può essere stata causata da una mancanza di affetto in passato, da un'eccessiva competitività o da desideri che sono stati frustrati. Essendo le cause così rilevanti, spesso è difficile per un soggetto riuscire a risolvere il proprio problema.
Alla base dell'invidia c'è, generalmente, la disistima e l'incapacità di vedere le cose e gli altri prescindendo da sé stessi: in questo senso, si può affermare che l'invidioso è generalmente frustrato, ossessivo, manipolatore, con pochi scrupoli e talvolta ipocrita.
Sul "frustrato, ossessivo, manipolatore, con pochi scrupoli e talvolta ipocrita" mi trovo costretta a dissentire e smentire; io mi pongo anche troppi scrupoli e sono una pessima manipolatrice.
 
In sostanza, seppur sicura di rientrare in questa categoria, credo di essere un'invidiosa "incompleta". Non bramo il fallimento altrui, nè agisco in alcun modo per sottrarre benefici o creare problemi. La mia reazione è bruciare totalmente, annientarmi nella mia indivia silenziosa ("Il silenzio dell'invidioso fa troppo rumore", Khalil Gibran). La mia reazione è nascondermi sotto le coperte, con la porta chiusa, io e nessun altro che mi ricordi il mio scarso valore. Nel mio regno delle coperte, io sono la regina.

martedì 9 marzo 2010

Neve

E nevica ancora. Metafora dell'inverno lungo che non finisce mai. Il mio inverno non finisce mai!
Sono sempre alla ricerca dell'equilibrio e credevo di averlo trovato, invece pare che io dia l'impressione di non avere le palle quadrate che ho dimostrato in altre occasioni.
Ho scambiato il rispetto per deferenza e non sono stata ferma e chiara sin dall'inizio, così ora, se provo ad esserlo, mi si vede agitata.
Abituo troppo bene chiunque!

domenica 7 marzo 2010

Comunicazione non comunicativa 2

L'altro giorno criticavo la leggerezza con cui alcuni professionisti della comunicazione trascurano la carica promozionale che il proprio sito web potrebbe avere, se solo fosse più studiato e curato.

Oggi - non potevo farne a meno - voglio occuparmi di un tipo diverso di comunicazione, partendo da una lettera che mi è arrivata venerdì. Questa lettera mi esorta a scegliere un particolare candidato alle elezioni regionali.

Su questa lettera, dal punto di vista della forma, ho alcuni appunti.

Inizia così (cito testualmente, con attenzione a punteggiatura e maiuscole):
Cara Vale
mi permetto di scriverti questa lettera per richiamare l'importanza del prossimo appuntamento elettorale. Come probabilmente saprai, il 28 e 29 marzo, si rinnova il Consiglio e la Presidenza della Regione.

Osservazioni:
- "Cara Vale" richiederebbe una virgola, prima di andare a capo. Mi rendo conto che queste lettere sono stampate in blocco, ma aggiungere una virgola non mi pare gran fatica.
- questo non è un errore, ma io non avrei utilizzato il verbo "richiamare" nel senso di "ricordare".
- La punteggiatura! So più o meno dalle elementari che non si mette virgola tra soggetto e predicato, a meno di non inserire delle coordinate incidentali - degli incisi - e allora, a quel punto, la virgola non separa soggetto e predicato ma principale e coordinata. Benissimo la virgola dopo "saprai", malissimo la virgola dopo "marzo".
- "si rinnova": il Consiglio si rinnova da solo? E siccome parliamo di Consiglio e Presidenza, non dovrebbero rinnovarsi al plurale, al limite? Comunque due imprecisioni: la forma e il genere. Un bel "si vota (per indicare un'indeterminata moltitudine di elettori) per rinnovare" sarebbe stato più efficace e semplice! La semplicità è così sottovalutata, identificata con povertà d'idee! Ma NOOO, non lo è!

Andiamo avanti:

[...] L'altro motivo è che desidero sottoporre alla tua attenzione la candidatura, quale Consigliere Regionale, di Pinco Pallino, persona che gode della mia personale Stima e Fiducia e che credo possa ben operare in Regione.

Osservazioni:
- Pesantezza! "la candidatura, quale Consigliere Regionale, di Pinco Pallino". Siccome odio i "quale" al posto dei "come", avrei semplicemente scritto "la candidatura di Pinco Pallino a Consigliere Regionale", senza troppe pause o virgole. Ammetto, però, di non conoscere bene il linguaggio tecnico politico, quindi forse "candidarsi a" un ruolo potrebbe non essere la formula più giusta.
- "Stima e Fiducia" sono due tue amiche? Insomma: o sono personificate, o non ha alcun senso usare la maiuscola per sottolineare due valori, in questo contesto. Non stiamo parlando in astratto di valori dell'interiorità umana, ma stai cercando di convincermi a riporre stima e fiducia in un candidato.
Bene, invece, la maiuscola per "Regione": stiamo parlando di un ente.

E ancora:
Mi sento di garantire la serietà e l'impegno di Pinco Pallino all'interno delle Istituzioni. Nonostante la giovane età, ha già ricoperto rilevanti ruoli [...] ispirando la propria azione politica alla difesa di Valori fondamentali come la Sacralità della Vita, l'Identità Nazionale e la Sicurezza.

Osservazioni:
- Ancora con queste maiuscole usate a sproposito. Valori, Sacralità, Vita, Identità, Nazionale, Sicurezza, sono nomi comuni utilizzati nella loro natura di nomi comuni. Le maiuscole non servono a evidenziare un termine, le maiuscole hanno altre funzioni! Lo dice anche l'Accademia della Crusca. Possibile che la persona che ha nel partito il compito di redigere queste lettere non sappia usare un grassetto?

Per finire:
Proprio per la Fiducia che nutro verso Pinco Pallino ti chiedo, non solo di esprimere la tua preferenza, [...] ma altresì di promuovere tra i tuoi amici e conoscenti, la sua candidatura, affinchè i nostri Valori possano essere ben rappresentati in Regione.

Osservazioni:
- Sulle Maiuscole Ho Già Detto Abbastanza.
- Virgola: dopo "ti chiedo" non ha assolutamente utilità. Ha un efficace effetto infastidente, anzi. Esattamente come dopo "conoscenti".

Qual è la mia osservazione finale?
Io parlo da profana. Formata per notare alcune sottigliezze, ma profana, perchè fuori allenamento da tempo. Forse solo io e pochi altri ignoreremo questa lettera a causa degli errori che contiene, ma senz'altro emerge una riflessione.
I candidati alle elezioni, ritengo, devono trovare professionisti che lavorino per loro. Le elezioni non sono affare da poco, non è il torneo di biliardino della baracchina dei gelati. Se io, profana, noto inesattezze ed errori, significa che questi sono evidenti.
Possibile che, per questioni importanti come l'elezione regionale, ci si affidi a persone che sanno l'italiano solo in apparenza?
Ammetto che le scelte lessicali e la costruzione della lettera sono buone, e diamo il beneficio del dubbio che ciò che ho criticato siano refusi. Si possono lasciare refusi in lettere all'elettorato?

Concludo con "mah".

martedì 2 marzo 2010

Comunicazione non comunicativa

Sto facendo un giretto tra i siti web delle agenzie di pubblicità e di comunicazione bolognesi.
Il risultato è un paradosso: accanto a siti ben concepiti, chiari e d'effetto, vedo siti poco curati, oppure troppo carichi di colori ed effetti speciali, oppure poveri di informazioni e poco intuitivi, per non parlare di alcuni siti davvero brutti che ho incontrato e di alcuni intollerabili errori di ortografia e sintassi.
 
Se la presentazione risulta tirata via, come potrò immaginare che sia il lavoro dei professionisti che questa rappresenta?
Sappiamo che, quando si tratta di immagine aziendale, non si può ricorrere al banale "l'abito non fa il monaco". Così come un responsabile dell'ufficio personale giudicherà malamente un errore di ortografia nel mio curriculum, anche se tale errore sarebbe da imputare soltanto a uno sfortunatissimo momento di distrazione, allo stesso modo mi sembra inammissibile che chi fa la professione di comunicatore nel 2010 lasci che un'immagine web comprometta le possibilità di essere contattato.
 
Io non contatterei mai alcune agenzie di cui ho visitato il sito. Avrei timore di trovare professionisti così così.