lunedì 21 dicembre 2009

riflessioni sparse:

- vorrei essere un tipo di persona che non sono. Mi piacerebbe tanto, ma non lo sono. Più mi sforzo e più mi pesa, eppure farsi accettare richiede questo. Richiede questo? Sono io strana, particolare?

- dove c@#§o sono gli spargisale? É mai possibile che una grande città sia congestionata in questo modo? Oltre agli spargisale: e gli spalatori? Possibile che due giorni dopo la grande nevicata le strade siano ancora occupate per due terzi da neve, con le automobili collocate in (dis)ordine sparso qua e là? Dov'è l'amministrazione comunale, o chi per lei?
Mica pretendo le strade vuote. Con tutta la disoccupazione che c'è, pagare per qualche giorno disoccupati che liberino le strade dalla neve sarebbe una cattiva idea?

- mi impiglio nei miei dubbi. Con la paura di affermare una certezza su di me e apparire presuntuosa, di dire qualcos'altro e avere il dubbio aver esagerato in toni o intenzioni, alla fine non dico mai quasi nulla di quello che penso davvero. Come mi sono già spesso chiesta in questo blog: affermare la propria consapevolezza di sè, quando si tratta di pregi, dove confina con la presunzione e la supponenza?

Con ciò vi saluto.

venerdì 11 dicembre 2009

What if...

Odio quando qualcuno fa vacillare le mie (poche) certezze. Siccome sono poche, appunto.
Sono poche anche le volte in cui cerco di impormi o di affermare, quantomeno di non far affondare, la mia idea. Perchè ne sono così convinta che, se sei tanto arrogante da non prenderla nemmeno in considerazione, non vale la pena discuterne con te.
Dunque, checchè mi si dica, questa volta non ho fatto nulla di male se non essere eccessivamente disponibile e sperare che questo gesto fosse ricambiato (Tranquillo è morto inculato, come tutti sanno... anche BuonoEGentile è morto inculato, ma non tutti lo sanno).
Siccome bisogna sempre prima guardare nel proprio giardino e poi criticare quello altrui, idea su cui concordo, sono qui per dire: "Miseriaccia, ho già pulito, diserbato, riqualificato, spolverato, ricoltivato il mio giardino e adesso sto fucking criticando quello degli altriii!!" (essere anglofona, alla Debra Morgan, mi aiuterebbe a evitare frasi cacofoniche come quella che precede).
Detto questo, mi è sorto un terribile dubbio.
Sono sempre stata secchioncella, quantomeno studiosa per prendere il bel voto, quante ore di studio non importava purchè il risultato fosse confortante come lo desideravo. Puntualmente ottenevo quello che volevo.
Cosa mi succede adesso? Io non ho voglia di lavorare. Sono una che non ha voglia di lavorare?
Preferisco sempre la vacanza al lavoro, il che è piuttosto ovvio, ma per capire il mio caso provate a esasperare il concetto. Io vivo nell'attesa delle vacanze, ecco. O del weekend.
Un tempo ero studiosa e mettevo tutto il mio impegno e mi piaceva perchè mi faceva sentire a posto con la coscienza, soddisfatta di me, in pieno controllo della situazione.
Non sarò mica cresciuta come una che non ha voglia di fare un cazzo, vero?

sabato 5 dicembre 2009

Ponte, bridge, holiday?

Come e quanto la semplice sostituzione di una batteria al litio possa cambiare le mie abitudini è una recente e piacevole scoperta.
Finalmente weekend, coccole e silenzio. Detesto parlare con i clienti - preferisco lavorare tutto il giorno da sola!
Naturalmente, siccome tutto il mondo fa il ponte, la mia professione non prevede vacanze mai.
Ma va bene così, se devo essere punita per qualcosa va bene che almeno mi paghino, per quanto la remunerazione sia una miseria.
Non sono già ubriaca "di prima mattina". Devo però evitare che i pensieri escano senza essere ricordati, quindi li scrivo quando emergono.

martedì 1 dicembre 2009

Life sucks.

Come da oggetto, il mio senso di ingiustizia è prepotentemente tornato a galla ricordandomi che ogni cosa che non va bene nella mia vita non dipende da me. Su nessuna ho controllo o possibilità di agire che cambino la situazione.
Il che, chiariamo, non è che lo pensi io in quanto povera vittima di ingiustizia. Il ragionamento è frutto di numerosi brainstorming con me stessa a base di "cosa faccio, cosa faccio, cosa faccio per non stare con le mani in mano e dire che almeno ho tentato?".
Ma cosa faccio contro:
- la mancanza di denaro sufficiente ad andarmene di casa;
- un divorzio non mio le cui conseguenze continuano a perseguitarmi e ferirmi;
- la situazione critica del mondo del lavoro, in cui non c'è spazio per figure come la mia;
- la mancanza di una casa in cui andare una volta uscita di casa e il divieto - imposto - di fare un mutuo (e quindi che faccio?).
Se questo è vittimismo.

lunedì 12 ottobre 2009

Càpita

Capitano queste giornate in cui esci dall'ufficio dicendo "vado che ha smesso di piovere, prima che torni giù il diluvio" e, immediatamente dopo aver chiuso la portiera dell'auto, inizia il secondo diluvio universale, che ha pensato - bene - di risparmiarti per UN secondo.
Capita poi che entrino in agenzia due persone che quel giorno hanno bisogno esattamente di ciò che tu vuoi vendere loro quindi, senza alcuno sforzo, vendi l'invendibile.
(Purtroppo) domani è un altro giorno!

sabato 10 ottobre 2009

Dancer on the bus

Ieri mi è successo questo: ero in autobus con la solita musica a palla nelle orecchie ed è capitato Micheal, con una della sue più belle canzoni, "Beat it". Memore dei numerosi flashmob in suo onore visti online, il mio piede ha iniziato a battere il tempo, passando la vibrazione anche alla gamba, poi al fianco, poi alle braccia che accennavano appena appena i movimenti della coreografia...
Per non ballare in modo scatenato su un mezzo pubblico pieno di gente, ho dovuto trattenermi con tutte le mie forze.
Lo stesso mi è successo più tardi con "Poker Face", ma questa volta ho fatto più fatica.
Sono matta.

venerdì 2 ottobre 2009

Ricettina: ZUPPA DI PORCINI LEGGERA

Siccome ho casualmente in casa una fornitura vitalizia di porcini, devo trovare un modo sempre nuovo per mangiarli, altrimenti mi sparo. Oggi mi sono inventata una zuppa di porcini: ne cercavo la ricetta ma in ognuna di quelle che trovavo qualcuno degli ingredienti mi mancava.

Inoltre aborro la panna da cucina - anche quando sono costretta a usarla preparo un surrogato dietetico - quindi ho optato per una soluzione più originale.

Ho appena postato la ricetta su cooker.net - quindi: staff di cooker, è la mia ricetta, non la sto copiando! Eccola di seguito. Ah: dal momento che a pranzo sono quasi sempre sola, le mie ricette sono tutte... monoporzione. Gli ingredienti sono per una sola persona!

Cosa serve:
  • 100 gr di funghi porcini surgelati
  • 1 scalogno piccolo
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 patata piccolina
  • brodo vegetale
  • olio e.v.o.
  • pepe nero macinato
  • a piacere: crostini di pane o pastina da brodo corta

  • Preparare un trito finissimo di scalogno e aglio e metterlo con l'olio e.v.o. in una casseruola alta almeno 10 cm.
    Aggiungere pochissima acqua e coprire la pentola, quindi far andare a fuoco medio.

    Tagliare la patatina a fettine sottolissime e lessarla in acqua bollente per una decina di minuti.

    Quando lo scalogno è imbiondito e ammorbidito, aggiungere i funghi, ricoprire la pentola e cuocere per qualche altro minuto, poi aggiungere il brodo (poco o molto a seconda che vogliate ottenere una zuppa più o meno liquida).

    Quando la patata è completamente lessata, scolarla e metterla in un contenitore alto e stretto insieme a una parte dei funghi che avrete tolto dalla pentola con un mestolo e un po' di brodo, quindi frullare con il minipimer.
    Rimettere la crema ottenuta nella pentola mescolando bene e far cuocere per un'altra decina di minuti aggiustando di sale e pepe.

    Mentre la cottura termina, potete cuocere dei crostini o della pastina, da aggiungere a vostro piacere.
    Buon appetito!

    giovedì 10 settembre 2009

    sono arrabbiata

    nella vita, alcune opportunità puoi e devi procurartele da solo.
    ce ne sono altre che dipendono totalmente dalla fortuna che hai.
    io odio la fortuna!
    la mia vita è bloccata su più fronti perchè in tutti questi fronti manca l'opportunità fortunosa.
    che rabbia, che rabbia, che rabbia.

    venerdì 4 settembre 2009

    autunno.

    Talvolta, direi spesso, amo stare in casa il venerdì sera. Non c'è un motivo in particolare: mi dedico a me stessa.
    Sono solitaria... quindi starmene da sola nè mi spaventa nè mi rattrista ma, anzi, posso permettermi di fare tutto ciò di cui ho voglia. Non ritengo sia da sfigati: è da sfigati fare ciò di cui si ha voglia?
    Più si avvicina il freddo, meno gocce di sudore mi scendono sul viso, più mi sento a mio agio, meno voglia ho di mettere il naso fuori casa.
    E la cosa mi fa sentire libera: il tempo è tra le risorse più preziose che abbiamo.
    Potessi, lo spenderei tutto in viaggi.
    Quando - non se - farò un lavoro che comporta frequenti spostamenti, ecco, in quel frangente avrò parecchio tempo per me, nella pace di una camera d'albergo tutta mia. Sarò molto felice.
    Cambio d'argomento: Facebook mi fa sentire una persona migliore. Mi basta dare un'occhiata ai gruppi e alle pagine pubblicate, all'italiano stentato di bimbetti che vanno ancora a scuola, per capire che senz'altro ho qualche qualità. E qui mi fermo, chè apparirei presuntuosa, piuttosto che realista.

    martedì 2 giugno 2009

    ri-alzare la testa

    alcune cose non cambiano nè muoiono.
    altre si affievoliscono e ti danno l'illusione di essere passate.
    altre ancora sono intermittenti.
    cazzo, mi piacerebbe avere l'ispirazione, stanotte.
    ho smesso di cantare, incredibile ma vero! cos'è stato a togliermi la mia più grande passione, la passione di una vita, qualcosa in cui eccellevo gratis?
    non saprei; una parte di me, forse, è morta tre anni e mezzo fa, quando l'amara verità ha fatto toc toc.
    potevo fingere di non essere in casa, no? invece le ho aperto e le ho anche offerto la schiena per una pugnalata supplementare.
    l'amara verità mi ha portata a crescere e cambiare e in questo non mi sono sentita mai sola. per quanto distanti, dobbiamo ammettere che ognuno di noi è cresciuto grazie alle sofferenze provate con l'altro.
    per quanto separati a forza, purtroppo il legame c'è sempre stato anche solo per il fatto di aver compiuto entrambi lo stesso percorso, dal buio totale alla luce del giorno, o forse dell'alba.
    ammetto di essere stata una spina nel culo non da poco e non scriverò nulla a mia discolpa.
    forse era davvero necessario soffrire così tanto per diventare le persone che siamo. per entrare a pieno titolo nel "mondo dei grandi" del quale, onestamente, non smaniavo per far parte.
    tuttora, a volte, vorrei non farne parte.
    alla fine, credo sia stato propizio incontrarci, scontrarci e abbandonarci. soprattutto abbandonarci.
    il dolore ha vie strane e inimmaginabili per muoverci e cambiarci.
    chissà se ci saranno altri incroci o scambi, chissà se avremo mai un vero confronto.
    non so neanche chi devo ringraziare, se me stessa o qualcun altro.
    di certo, i cambiamenti che ho affrontato si lasceranno dietro una scia di rimpianti e scelte discutibili.
    ora so per certo che quello che sono e possiedo non lo devo a nessun altro che non sia io, il mio sudore, la mia fatica, il mio lavoro.
    scavare nella terra non è neanche lontanamente paragonabile a scavare in se stessi.
    per farlo sono state necessarie tante situazioni che, se evitate, non ci avrebbero portato dove siamo, con chi siamo.
    è piuttosto grottesco che ci sia ancora qualcosa a legarci a persone che non fanno più parte della nostra vita presente, però c'è e ci sarà sempre.
    ignorarlo è da stupidi, come mettere la testa nella sabbia.
    tanto vale ammetterlo serenamente, prendi e porta a casa, accetta che le ferite peggiori sono quelle che devi ringraziare di più.
    quale parte di me è morta tre anni e mezzo fa?
    quella che non guardava al domani, ma solo all'oggi...
    quella che voleva essere pazzerella e che sapeva ridere e godersela e fregarsene...
    è rimasta una vecchia, al posto mio. una vecchia impaurita.

    domenica 17 maggio 2009

    grey's anatomy

    era tanto tempo che la scena di un telefilm non mi colpiva profondamente al cuore. è successo oggi con la season finale di grey's anatomy che, ho sempre avuto il sospetto, è uno dei tv drama meglio scritti e recitati che esista. talvolta l'ottima interpretazione ha sopperito alla mancanza di realismo di alcune vicende. le sceneggiature e gli spunti emotivi mi hanno più volte commossa, quest'anno, e io sono di solito monoespressione. mi tengo tutto dentro.
    mi mancherà, per tutta l'estate.

    martedì 28 aprile 2009

    consiglio pseudoletterario

    Giampaolo Perna, "Ansia. Come uscire dalla gabbia e riprendersi la vita". per capirmi e per capirsi.

    domenica 26 aprile 2009

    oggi mi sento piccola così. e forse non solo oggi, ma da oggi.

    mercoledì 15 aprile 2009

    sottoesposizione

    io mi espongo troppo poco, o forse non mi espongo mai.
    se non abbiamo ancora litigato, è perchè non mi butto, non mi metto in gioco, resto nel guscio, mi nascondo. è così difficile, per me, uscire, proporre, rischiare. preferisco – a torto – il mio guscio caldo.

    mercoledì 1 aprile 2009

    lo stupido giochino

    ho fatto un giochino che gira su Facebook. consiste nel rispondere ad alcune banali domande con il proprio lettore mp3 in modalità “riproduzione casuale”. per ogni domanda, la risposta deve essere il titolo della canzone casualmente selezionata dal lettore.

    emerge quindi che la sottoscritta, alla domanda “come stai”, risponderà che è una guerriera; che è una persona sfuggente; che in un ragazzo nota soprattutto il lato sensibile e sofferente; che lo scopo della sua vita è essere indipendente; che il suo motto è non aspettare, ma agire; che i suoi amici pensano di lei che sia bellissima, splendida, affascinante come un’attrice (questa l’ho un po’ gonfiata. ma il lettore mp3 ha deciso!); che i suoi genitori pensano di lei che faccia troppi drammi per niente; che pensa spesso alla vacanza e al fancazzismo; che con la sua migliore amica c’è un rapporto disperatamente stretto; che nella vita ha sempre portato una maschera; che quando vede una persona che le piace, teme già il momento in cui le spezzerà il cuore; che il suo passatempo preferito è nuotare nella mediocrità, per paura di eccellere; che la sua paura più grande è quella di non appartenere a niente e a nessuno; che dei suoi amici pensa che farebbe qualsiasi cosa per loro, ma non la fa (sempre paura?).

    ebbene, ciò è vero, sorprendentemente tutto vero.
    la musica non mente mai, lo dico sempre!

    sabato 28 marzo 2009

    giorni così

    per quanto consolidata possa essere la mia accettazione della realtà, ci sono sempre giorni in cui penso che avrei voluto che le cose andassero diversamente.

    martedì 24 marzo 2009

    congiunture favorevoli

    ma esisterà la parola “congiuntura”?
    comunque.
    oggi tutto il mio essere gioisce e capisce che è vero: chi semina raccoglie. il fatto è che io semino molto a fondo, e i frutti si vedono dopo lungo tempo. ma arrivano, anche quelli. oggi ho raccolto qualcosa e qualcos’altro e attendo che altri piccoli semini che ho gettato maturino e crescano.
    si è verificata una combinazione fortunata di eventi diversi, tutti oggi, tutti in momenti diversi della giornata, per non sovrapporsi.

    oggi sono molto felice e tutti lo sanno, perché non accade spesso.

    mercoledì 18 marzo 2009

    realizzarsi

    ho sempre pensato a me stessa come a una persona potenzialmente cattivissima, e anni fa la cosa mi piaceva. poi, mi sono ammorbidita e ho iniziato a costruire la mia vita come una persona un po' più "normale" e monotona, con ritmi abitudinari casa-lavoro-palestra.
    dal momento che non riesco mai a stare ferma in un unico luogo - anche metaforico, ma devo sempre tendere a qualcos'altro, qualcosa di nuovo, di inesplorato - non appena sono arrivata a un traguardo intermedio, e dato che ultimamente ho trovato un lavoro non precario, il radar dei miei obiettivi ha compiuto il suddetto balzo in avanti.
    ora credo che non sarò realizzata e consapevole di poter fare qualcosa di buono fino a quando un esserino nuovo e piccolo non uscirà dal mio pancino.
    credo che quella sarà la massima realizzazione della mia vita, il compimento della mia utilità, il fondamento del mio posto nel mondo.
    sarà la cosa migliore che io possa mai "fare" nella vita.

    venerdì 6 marzo 2009

    responsabilità

    ho sempre creduto di essere una vigliacca che rifuggiva le responsabilità, invece no.

    mi prendo responsabilità che non ho e dopo sono troppo stanca per sopportare quelle che ho realmente.

    venerdì 27 febbraio 2009

    al contrario

    Prêt-à-porter e alta moda: si sgretola il confine.
    Una donna scrive su  Facebook: «Lavoro noioso». Licenziata.
    Laura Chiatti adora occuparsi di fidanzato e casa ma fa sogni trasgressivi.
    Belen Rodriguez dice: mi sono rifatta il seno ma ho un cervello da maschio.

    e intanto

    beppino englaro è indagato per omicidio.
    un orefice rapinato spara e uccide i rapinatori; viene successivamente indagato per omicidio volontario, quindi s’impicca.
    un uomo che attraversava la strada viene colpito da un semaforo abbattuto da un’auto appena coinvolta in un incidente, e muore.
    e aggiungo – non me ne vogliate, per l’accostamento alle altre tematiche; per me è una cosa serissima e tristissima: patrick swayze sta morendo. l’idolo romantico della mia infanzia, e con lui se ne andranno gli ultimi ideali romantici che mi restano.

    il mondo va al contrario.

    ti scatterò una foto…

    …di quelle che ti corrodono e che ti consumano dentro, in modo che non ci sia momento in cui, alzando gli occhi, tu non ricordi. farò sì che ciò che hai tentato di dimenticare riemerga con la violenza di mille spade, quelle che mi hai fatto ingoiare a forza. poi mi sentirò una merda per quanto ho fatto, ma non lo dirò a nessuno, come al solito, e mi terrò tutto dentro, perché quel che è fatto è fatto.
    non pensare che tutto sia finito, niente è finito. hai scelto e presto o tardi le scelte si ritorcono contro di noi; solo che, se le ritorsioni sono positive, non le chiamiamo così.
    ti sveglierai un giorno bellissimo pieno di dolore che non capisci, perché ieri sera era tutto bello e rosa, stamattina è tutto nero e pesante. saranno le briciole che hai cacciato sotto il tappeto, che torneranno a cercarti. e la causa di questo sarai tu insieme alle scelte che hai fatto.
    io sarò lì a guardare, come nel proverbio cinese.

    domenica 15 febbraio 2009

    san valentino

    baciarsi come facciamo noi non è banale, e nemmeno i nostri sguardi lo sono. il fatto, poi, che il cuore vada ancora a mille quando ci guardiamo, è segno di tanto amore ancora da coltivare…
    non avevo programmato la serata, ma è stata davvero bellissima. un pochino mi sono sentita come una ragazzina di 16 anni, e sono sicura che anche tu non hai dimenticato come ci si sente emozionati in certi momenti.
    quindi non dimenticare come emozionarti.

    mercoledì 11 febbraio 2009

    la mia volontà

    Nel pieno delle mie facoltà mentali e in totale libertà di scelta dispongo quanto segue.
    In caso di:



    - malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante

    - malattia che mi costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione



    chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico né a idratazione e alimentazione forzate e artificiali in caso di impossibilità ad alimentarmi autonomamente.

    Le presenti volontà potranno essere da me revocate o modificate in ogni momento con successiva/e dichiarazione/i.




    Mi rendo conto che sia un’affermazione forte, ma serve per lottare contro l’imposizione di valori dall’alto a ognuno di noi. Se ognuno sceglie cosa fare della propria vita, non lede la libertà di altre persone. È giusto che ognuno possa decidere per sé. Mai e poi mai potrei pensare mia madre e mio padre a piangere sul mio corpo “quasi” morto, incapaci di andare avanti con la vita perchè bloccati con me. Nè potrei pensare al mio fidanzato nella stessa condizione.

    Non sono il tipo di persona che accetta di vivere menomata e non autosufficiente.


    E non sono nemmeno così superficiale da credere che la penserò sempre in questo modo. Ora, però, sì.

    martedì 3 febbraio 2009

    incubi

    a questo punto, presumo che si tratti proprio del sogno ricorrente che perseguita ognuno di noi.
    io ero brava a scuola. la classica studentessa che fa incazzare perchè si impegna tanto solo se deve – e quando deve lo fa con gli interessi, ma studia il giusto ed eccelle comunque. smettevo di studiare solo dopo l’interrogazione, ma già la volta successiva recuperavo perchè non si sa mai che m’interroghi così, perchè gli tira.
    potete quindi ben immaginare come sia agghiacciante il mio incubo ricorrente in cui arrivo a scuola completamente impreparata perchè “mi sono dimenticata di studiare” (ma per mesi, non solo per quella volta) oppure perchè provengo da un’altra scuola ma il professore vuole interrogarmi lo stesso.
    in quest’ultimo sogno pregavo addirittura mia madre di non farmi più andare a scuola dicendole “non vedi come sono messa, che mi dimentico persino di studiare?”.
    che angoscia! i freudiani possono sbizzarrirsi con questo incubo che ricorre spesso nei miei sogni… sempre nei momenti di svolta.

    giovedì 29 gennaio 2009

    conflitti di interesse

    io e la mia futura suocera ci abbiamo messo un po’ di tempo a capirci, ma ora “ci amiamo”. eppure, sarò sempre un po’ gelosa dell’amore che il mio amore prova per lei. lo so: errore terribbbbbile! mai mettersi in mezzo tra marito e suocera e lungi da me la sola idea, tanto più che intrattengo ottimi rapporti con entrambi e che i miei futuri suoceri sono molto discreti, per nulla invadenti.
    questa riflessione è stata suscitata dalla malsana idea che quando reclami un uomo, o sei sua madre o sei una rompipalle. lo stesso concetto - “non ci sei mai a cena” (inclusi gli occhioni cerbiattosi e inumiditi), oppure “vorrei passare più tempo con te” – acquista diverse valorizzazioni semantiche a seconda del ruolo familiare dell’emittente del messaggio – scusate, qui è emersa un attimo l’ex studentessa di comunicazione. in sostanza: alla mamma si dice sempre sì, alla fidanzata si dice sì con riserva – cioè lui si riserva di pensare “che palleee!”.
    mi infastidisce enormemente l’idea che ogni mio “reclamo” – ad esempio “amore, mi fai le coccole?” oppure “amore, mi porti al centro commerciale/al cinema/al ristorante cinese/eccetera?” sia percepito dal mio lui come qualcosa che deve fare per far tacere la rompipalle che è in me.
    deve essere coda di paglia, perchè Lui, in realtà, non si lamenta mai. o forse questa mancanza di lamentele mi insospettisce.
    insomma, non me ne va bene una ;-)

    sabato 24 gennaio 2009

    profezie che si autoavverano

    dopo aver detto a chiunque mi conosca che “io non ho mai la febbre, al massimo un gran raffreddore”, ho passato tre giorni con temperatura corporea oscillante tra 37,5 e 39 gradi.
    a volte, confesso che mi spavento.
    è successo che desiderassi un certo sviluppo di cose e che abbia pensato in dettaglio a come avrei voluto che andassero, e che sia stata a guardare senza mai intervenire mentre gli eventi accadevano esattamente come me li ero immaginati nella mia testolina. spaventando persino me stessa.
    ebbene, ciò non accade con la palestra.
    tutto iniziò con la mia frustrazione per il dimagrimento generalizzato dei miei amici, non seguito da un dimagrimento anche mio.
    dite quello che volete, io sono una falsa magra. non che sia grassa, ma sono tondina, morbida, cicciosetta, ditelo come vi pare. ve lo dirò con la taglia: porto una 44 di pantaloni, per le maglie anche oltre. non sono magra, non lo sono mai stata, e purtroppo da un po’ di tempo non sono tonica, ecco perchè mi sono decisa a iscrivermi in palestra.

    speravo di dimagrire appena messo piede sul tapisroulant? sì, ma non ci contavo. per buttare giù la pancetta ci vogliono almeno 3 mesi di allenamenti circa 3 volte a settimana.

    io vorrei solo buttare giù 2-3 chiletti, quelli che mi fanno sentire a disagio (perchè, contrariamente a tante ragazzotte che vedo in giro, non oso mettere magliettine corte e strizzanti se non posso permettermele, nè faccio uscire mezzo culo dai pantaloni, quindi nell’ultimo anno ho indossato solo cose lunghe e larghe).

    comunque, dopo una settimana di palestra in cui volevo prendere il ritmo e godermi il sudore che è come un grammettino perso, e soprattutto dopo una ferrea dieta (nota bene: per me mangiare sano è una ferrea dieta, perchè mangiare è un piacere irrinunciabile), sono riuscita ad ammalarmi e a perdere una settimana intera di palestra tra febbre, bronchite, tosse e raffreddore.

    mercoledì 7 gennaio 2009

    riflettevo solo…

    riflettevo solo… su quanto io sia fortunata ad avere un ragazzo che amo e che mi ama, che rispetto e che mi rispetta, con cui i litigi anche apparentemente violenti non mettono comunque in discussione questo amore e questa storia. che mi fa sentire sempre desiderata e femminile e mi dà soddisfazione e non gelosia quando metto un vestito corto o una scollatura. che è ancora dolce e cuccioloso dopo due anni e dopo tante vicende. con cui divido la fiducia più totale.

    martedì 6 gennaio 2009

    parlare di sè in terza persona

    Vale ha deciso che in questo post scriverà il proprio nome con la lettera maiuscola; perchè, se non ve ne foste accorti, Vale non utilizza mai – per scelta stilistica – le maiuscole nel suo blog.
    Vale, da quando esiste facebook, è contenta: può descrivere il suo status in terza persona e ha la sensazione che questo renda più interessante ciò che scrive…
    se qualche psicologo o studente di psicologia passasse di qui, le interpretazioni sono gradite!
    alla fine Vale, in questo secondo post del 2009, non ha detto niente.
    o forse no.

    lunedì 5 gennaio 2009

    il primo post del 2009

    questo è il primo post del nuovo anno. 2009. un numero che mi piace.
    ho riflettuto molto. non ho ancora smesso di fumare e credo che dovrò aspettare una vocazione, per riuscirci.
    sono sempre io ma sono diversa.
    ho gli stessi amici e gli stessi affetti e forse qualcuno in più.
    ho ritrovato il piacere di dormire, qualche volta. almeno non striscio nannolosa per terra come prima.
    ho delle certezze, anche. qualcuna più di prima, ma come sempre: più certezze portano più dubbi.