lunedì 19 aprile 2010

Classy or not classy

Leggo, entrambe le volte per caso, due interviste a cantanti del panorama italiano.

La prima, in ordine di tempo, è a Nina Zilli su "Sorrisi e Canzoni TV".
La seconda è a Malika Ayane su "Panorama", qualche giorno dopo.

Già leggendo l'intervista a Nina Zilli mi era montata un po' di rabbia.
La suddetta, con un tono di voce che emergeva persino dalla pagina stampata, si mostrava schifata dal paragone con Giusy Ferreri. Riassumo in breve con parole mie:
"ehi, io mi sono fatta dieci anni di culo nei localini a suonare fino a tarda notte della roba seria di cantanti seri, non come quella cassiera di supermercato che va a Ics-Factor ed è subito famosa. Oh, io ho fatto la gavetta, eh? Che non mi si confonda con quelli che escono dai talent show. Io ho studiato, la mia musica non è paragonabile".

Ripeto, questo è il mio riassunto. Potrei anche aver interpretato male le parole della Zilli, mi dico sul momento.

Poi leggo l'intervista a Malika Ayane su "Panorama". Riassumo, sempre con parole mie.
"Sento di dover dimostrare tanto perchè, per il primo disco, la scusa che si può usare è quella dell'inesperienza; nel caso del secondo disco, secondo tour, seconda partecipazione a Sanremo bisogna dimostrare di meritare la scena. Ancora non riesco a credere a questo successo: avrei anche continuato a suonare per quaranta persone alla volta con paghe da fame, lavorando di giorno come segretaria che poi, diciamolo, non è il lavoro più antipatico che esista".

Ora: giochiamo a "trova la differenza"?

Nina, scendi dal pero. Hai senz'altro una bella voce, una formazione blues e soul, referenti musicali validissimi e storicamente importanti. Ma la tua canzone sanremese è ruffiana esattamente come la prima Giusy Ferreri che, con il secondo album, ha messo del suo e ha deciso di mostrare la propria arte. Esperimento che non si è dimostrato proprio una schifezza.
Nina, tu sarai anche tecnicamente preparatissima, ma ti manca completamente l'umiltà e la gratitudine per ciò che fai!