martedì 2 febbraio 2010

Parole sante!

Il blog di Michele Smargiassi, che ho scoperto oggi sul sito di Repubblica, mi dà uno spunto di riflessione sul mio lavoro. Scrive Smargiassi, a proposito dei controllori di Trenitalia:
 
Ma ho sempre fatto in modo di non prendermela con la persona del ferroviere, comprendendo benissimo che questa categoria di lavoratori si trova costretta fra l'incudine e il martello: rappresenta l'azienda (e non può farne a meno, portandone il nome cucito sul petto della giacca) ed è ormai l'unico a farlo frontalmente nei confronti di una clientela sempre più esasperata: gli uffici informazioni e reclami stanno chiudendo uno a uno ed è sempre più difficile parlare con esseri umani quando ci si rivolge a Trenitalia. Restano solo loro, che a volte (intuisco) vorrebbero dire cose diverse da quelle che sono tenuti a dire.
 
Smargiassi, (forse) senza saperlo, ha colto precisamente il sentimento di molti, moltissimi assicuratori come me.
Rappresentanti di una compagnia che, in quanto tale, è una vera e propria azienda con obiettivi economici in base ai quali stabilisce il prezzo dei propri prodotti/servizi; e interfaccia con i clienti, che percepiscono invece l'assicurazione come una tassa e il servizio assicurativo come un servizio pubblico - cosa che non è.
Lungi da me la difesa della compagnia, devo tuttavia ammettere anch'io che non andrei mai in un negozio privato ad accusare il commerciante di aver alzato i prezzi, nè lo insulterei per questo. Se vuoi il mio vestito, paghi il mio prezzo; altrimenti, è così facile entrare in un altro negozio!
Il mio mestiere, a volte, è irto di difficoltà.

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