domenica 7 febbraio 2010

"Non siamo padroni della nostra vita"

dice Benedetto XVI appollaiato sul davanzale della finestra, rivolto a una folla di fedeli che inneggiano alla vita.

Molto bene.

Non siamo padroni della nostra vita!? Ma che insegnamento è? Il catechismo ci insegna che dobbiamo metterla al servizio di Dio, all'incirca, se non ricordo male.
Ma il catechismo è comunque espressione di ciò che la Chiesa vuole che venga detto, dell'indottrinamento. É un'interpretazione e purtroppo pochissimi, tra quelli che credono e praticano, se ne rendono conto.

Pochissimi capiscono cosa significa che un testo è "aperto", semioticamente parlando; non si pongono il problema, non sanno che questa possibilità esiste, dunque quando sentono dire "è scritto nella Bibbia" non si fanno ulteriori domande.

Purtroppo è difficile infinocchiare con questa robetta retorica chi ha un'istruzione superiore e, oserei dire, chi ha studiato semiotica, la scienza del segno e della sua interpretazione.
Per la semiotica, tutto è testo, dunque tutto è intepretabile - è ciò che la psicologia dice in altre parole, cioè che ogni persona reagisce diversamente a situazioni-tipo perchè ogni persona percepisce diversamente tali situazioni.
Non esiste una ragione, non esiste un torto, non esiste un'intepretazione giusta più di altre, ma esistono le interpretazioni sbagliate, che Eco chiama "abusi". Ogni testo pone i confini di se stesso: all'interno di tali confini, sei libero di interpretare; se ne esci, stai violentando il testo, cercando di adattarlo a ciò che vuoi dire.

Ecco, che la Chiesa oggi si permetta di contrastare la medicina, incitando alla diffusione di malattie piuttosto che alla loro prevenzione, in nome di chissà quale riga della Bibbia, ecco: questo mi fa incazzare.
Rispetto chi crede in questo modo così profondo e totale, ma credo che non sia più possibile, nel 2010, sottomettersi a certi principi senza farsi e fare davvero del male.

Cosa credo? Credo di essere una persona buona, che cerca di non fare male a nessuno, che non vuole imporre i propri principi ma vive nella tolleranza, che prova sempre a superare i propri limiti. E credo anche che Dio mi ami, perchè sono una brava persona, e che non abbia smesso di farlo perchè ho fatto sesso, perchè mi sono protetta da gravidanze indesiderate, perchè credo nella libertà di ognuno di fare della propria vita ciò che vuole.

Se qualcuno crede che, invece, io viva nel peccato e che, per questo, Dio mi ami di meno, si faccia avanti.
Riprendiamo le nostre vite in mano!

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